INTERVISTA SYNTHESIS

 Intervista a cura di Francesco "Running Wild"



 


Dalle lande più sconosciute della musica dura italiana, la voce di Giulio Rossi ci indica quali sono progetti futuri e passati che hanno contraddistinto il lungo cammino dei Synthesis.

Un caloroso benvenuto a tutti voi su queste frequenze. Finalmente possiamo dire che i Synthesis raggiungono l’agognato esordio discografico grazie al deal messo a segno con l’Andromeda Relix di Gianni della Cioppa, ma come mai solo dopo tanti anni vi ritrovate ad esordire sulla lunga distanza? Cos’è che vi ha frenato in tutto questo tempo?

“Grazie per il benvenuto, come dicevi abbiamo esordito solo ora grazie a Gianni Della Cioppa; lo abbiamo voluto per dare finalmente importanza al nostro lavoro di anni, che altrimenti sarebbe rimasto lì nella speranza che si realizzasse il grande sogno. Abbiamo capito che molto spesso è proprio dalle cose apparentemente piccole che possono arrivare belle soddisfazioni e così è andata.”

Nonostante questo però è sbagliato pensare che i Synthesis si siano girati i pollici fino ad ora; siete anche voi rappresentanti della New Wave Of Italian Metal che con coraggio iniziò il cammino negli ormai lontani Eighties. Quali sono le tappe fondamentali della vostra carriera?

“Abbiamo fatto tutt’altro che girarci i pollici ma siam convinti che potevamo fare molto di più, di sicuro cercheremo di recuperare qualcosa; già in questi giorni abbiamo inserito un nostro brano nella nuova compilation della LM Records dell’amico Luigi Mazzesi che uscirà a breve. Le tappe fondamentali vanno da “Metallo Italia”, a “Not Just spaghetti and mandolini”, da “Chianciano Rock” 1989 - 1993 a vari Festival dove ci siamo sempre contraddistinti ottenendo grandi riconoscimenti.”

La vostra musica non ha preso spunto dalle influenze britanniche a differenza di molti vostri colleghi connazionali, ma ascoltandola attentamente si nota che il vostro Heavy Rock sia ispirato più da un Progressive Rock con idee nordeuropee più vicine a noi, sparse qua e là. È solo un mio punto di vista personale o lo è anche per voi?

“Certamente si, complimenti per l’analisi, aggiungerei soltanto un po’ di “America”.”

Voi provenite da una terra, l’Umbria, intrisa di storia che non ha certo bisogno di presentazioni. Non avete mai pensato di scrivere un concept sulla storia della vostra terra, come hanno fatto ad esempio i Dark Quarterer prendendo spunto dalla storia della loro, gli Etruschi? Un concept su S.Francesco ad esempio si sposerebbe con il concetto musicale dei Synthesis?

“No ma magari è un’idea, chissà.”

Dal 1979 ad oggi la vostra lineup ha subito mutazioni quasi continue, potete ritenere che la lineup del 2005 sia la migliore e quella definitiva dei Synthesis?

“Possiamo dire senza dubbio che è la più matura e la più azzeccata fino a questo momento, ma chi può dire che non si possa fare meglio? In linea di massima 4/5 di questa Band sono stati abbastanza presenti pur conoscendo momenti di pausa forzosa per motivi anche gravi, come la malattia di Rob Uccellini nel 90. Personalmente non ho mai mollato dal 1985.”

Io prima ho parlato di influenze nordeuropee nella vostra musica, ma mi piacerebbe sapere da voi stessi quali sono le vostre reali influenze che vi hanno portato a imbracciare gli strumenti e a dar vita alla realtà conosciuta col nome Synthesis

“Il grande Rock anni 70.”

“Synthetic History” è senza ombra di dubbio il resoconto della vostra carriera, un’ottima referenza da presentare ad un pubblico oggigiorno sempre più esigente. Le soddisfazioni di questa release credo siano molteplici, vi potranno spronare a pubblicare presto un album di canzoni nuove? Se accadrà, come vedrete a distanza di tempo “Syntetic History”? Un nuovo punto di partenza o un semplice risveglio dell’interesse dell’audience?

“In questi giorni abbiamo ricominciato a lavorare su nuovo materiale. La lavorazione di “Synthetic History” che sarà comunque un grande punto di partenza, ha, di fatto, ritardato un progetto che era già nell’aria da un paio d’anni, speriamo di regalarvi e regalarci un bel lavoro.”

Oltre che a voi, bisogna dire grazie anche all’Andromeda Relix se oggi possiamo avere tra le mani (e nel lettore stereo) “Syntetic History”, che ha scommesso e puntato a rilanciarvi nel panorama metal italiano e che ha arricchito il cd di chicche inedite. Come vedete questo sforzo che Gianni e la sua ciurma portano avanti con abnegazione e impegno? Secondo voi è possibile parlare di una vera alternativa a tutto ciò che abbonda nel mercato musicale “normale”, considerando anche che l’audience più giovane non è tanto portata a sforzarsi di conoscere il proprio passato ma ad accontentarsi di quello che gli viene passato facilmente?

“Gianni e company meritano un plauso per quello che fanno e vanno supportati in questa che è già un’alternativa. La famosa storia del tutto e subito che tanto va di moda non porta da nessuna parte né tantomeno giova alla musica che viceversa ha bisogno di un’elaborazione anche spirituale e non solo di testa, con ritmi di produzione con non possono relegare la creatività in un breve spazio temporale tra un CD e l’altro. Domandiamoci perché un disco che vale è per sempre.”

Pensate di promuovere “Synthetic History”attraverso delle date dal vivo, tolta ovviamente quella del secondo 80’Italian Legions Attack di Vicenza?

“Faremo il possibile, ma se così non fosse cercheremmo comunque di farci perdonare con i nostri CD.”

Siamo in conclusione, io vi ringrazio infinitamente di aver esposto le vostre impressioni e vi saluto regalandovi le ultime righe per un saluto o ciò che ritenete più opportuno. Grazie ancora e speriamo di riavere vostre notizie discografiche al più presto.

“Un ringraziamento doveroso va a te alla redazione per averci ospitato e regalato questo spazio. Un ringraziamento particolare va all’ “Andromeda Relix” nelle persone di G. Della Cioppa e Massimo Bettinazzi e a tutti coloro che stanno facendo qualcosa per noi, dai Fans ai Giornalisti tutti. Con il Cuore.”